STORIA
DEGLI ITALIANI
PER
CESARE CANTÙ
EDIZIONE POPOLARE
RIVEDUTA DALL'AUTORE E PORTATA FINO AGLI ULTIMI EVENTI
TOMO VII.
TORINO
UNIONE TIPOGRAFICO-EDITRICE
1876
[1]
Abbiamo dunque veduta l’Italia andare spartita amisura delle labarde vincitrici, fra’ capi de’ varj esercitilongobardi, franchi, tedeschi, normanni, in quella feudalitàche all’accentramento soverchio delle società antichesurrogava un soverchio sminuzzamento, sicchè,mancata ogni idea di nazione o di Stato, quella soltantosopraviveva d’un signore e d’una terra. A fianco diquesta società, tutta di nobili possessori, viene alzandoseneun’altra cittadina, di artigiani, di liberi uomini,di studiosi, e progredisce tanto da costituirsi in unComune, che o si associa con quello dei nobili, o gli facontrappeso. Ne rimaneva ancora escluso il basso popolo,e questo pure cominciò a sentire di sè; e quantunquenon avesse importanza propria, l’acquistavacoll’accostarsi ai nobili od ai Comuni, e così darviprevalenza.
Di unità, di patria estesa non s’aveva concetto, e direItaliani era poco diverso dal dire oggi Europei, nonavendo nè origine nè ordinamenti comuni: le loroguerre erano funeste, non fratricide più che quelle delFrancese contro il Tedesco: la libertà rimaneva unprivilegio, giacchè se la città era de’ cittadini, l’Italia[2]era dello straniero, e si direbbe che i nostri preferisseroessere liberi con apparenze di servitù, che liberidi nome e servi di fatto.
Il titolo d’imperatore de’ Romani fece accettare lasupremazia de’ re forestieri: ma questi, non paghi diquell’augusta sovranità sui tanti signori scomunati, nèdel patronato sui Comuni reggentisi a popolo, aspiraronoa un dominio diretto ed efficiente, quale negliultimi Romani. Alla pretensione posero argine i Comuni,e le due Leghe Lombarde chiarirono come ideboli coll’unione possano resistere ai prepotenti. Laprima riuscì ad assodare repubbliche; la seconda invecespianò il calle alle tirannidi. Dalla pace di Costanza siera ottenuta una libertà sparpagliata, varia da città acittà; ora queste vanno raccogliendosi in grossi Stati,sovente sottomessi a un capo: da quella pace la sovranitàimperiale restava consolidata a fianco dellalibertà; ora la si trasforma in tutt’altra guisa da quellache era stata concepita al tempo di Carlo Magno e nelgrande concetto della repubblica cristiana.
Imperciocchè l’Impero altercando coi papi aveasmarrita la sua impronta di santità; altercando coipopoli cessò di sembrar tutore della libertà de’ nuovicittadini romani; ostinandosi nel conquistare l’Italia,non potè raccogliere la Germania in robusta unità, malasciolla ridursi ad un regno simile agli altri, ove daun lato i capi s’industriavano a render retaggio di famigliauna dignità che per essenza era elettiva e destinataai migliori, dall’altro i principotti se ne disputavanoi brani, in una dipendenza sempre scemante, in unaconfederazione sempre meno determinata. Discussa poila dignità del capo durant