NELLA VITA


SALVATORE DI GIACOMO


Nella Vita

NOVELLE

1903
GIUS. LATERZA & FIGLI
TIPOGRAFI-EDITORI-LIBRAI
BARI


Proprietà letteraria

Maggio MCMIII — 6740


A
VITTORIA AGANOOR POMPILJ

[9]

L'IGNOTO.

Sul «Piazzale di Porta Roma» eranopoche persone: deserta la via del laboratoriopirotecnico, deserta l'altra di facciaad essa, ove, in sul principio, è la semplicee nuda fabbrica dell'Arcivescovado e seguonoappresso altre fabbriche basse e siarriva finalmente alla «Riviera Casilina,»incoronata da una fila di case.

L'ora del tramonto avanzava. Un lumedorato che, poc'anzi, aveva tutto acceso,nel lontano, il dosso fuggevole de' Tifati,si raccoglieva in coda a' monti, laggiù, amanca, ove la terra e la collina s'univanoe dove pareva che l'ultima arborea decorazionedi quelle gobbe immani declinassenell'immensa e aperta campagna, versoRoma lontana. Tutto intorno taceva diquel greve silenzio invernale che pesa su[10]Capua, la triste città delle chiese e dellecaserme.

Sul ponte del Volturno, rivolte le spallealla «Riviera Casilina,» e alta dal parapetto,si stagliava sul livido cielo la statuadi San Giovanni Nepomuceno: unbraccio era steso al fiume e ne benedicevail queto cammino trascorrente lungol'umide rive, ad occidente. Erano ancorvive, nel marmo barocco, la testa del santoe il busto suo quasi tutto: le parti inferiori,già investite dall'ombra, aveano apparenzaconfusa. Sotto la statua, addossatial parapetto, due uomini contemplavanoil tramonto e, di volta in volta, accennavanoa qualcosa lontana, in quel puntonota soltanto a' lor occhi o alla loro immaginazionepoi che di faccia ad essi, oltreal ponte ferroviario, parallelo a questo sucui stavano e ch'era di remota origine romana,nulla pareva che turbasse, lungo ilfiume e nel cielo e nel piano sterminato,la silenziosa agonia del giorno. A un momentouna rapida nuvola si librò e siscompose alle origini del ponte di ferro,mascherate da un breve caseggiato e daipioppi della sponda cittadina. Apparve[11]un treno, fischiante, nero, sterminato, iltreno di Roma, che per due o tre secondifuggì su per le arcate romoreggianti ed'un subito sparve, come penetrando, rimpetto,nelle viscere della collina, all'oppostasponda del fiume. Rimasero nell'ariavibrante, per pochi attimi, l'eco lamentosadell'ultimo grido della macchina e unlieve fumo diffuso, che subito si sciolse.Allora i due uomini si staccarono dal parapettoe parlando piano, con le mani insaccoccia, col capo basso, scesero lentamentedal ponte nella piazza. Alle spalleloro cominciava a nereggiare la torre delponte; la scaletta che va fino al sommo diessa appena s'intravedeva. Ma un lumebrillò a un tratto in cima ad un palo forcuto,piantato sul parapetto destro oveesso quasi s'univa alle mura della torre;e allora gli ultimi gradini biancheggiarono,mentre il soldato che aveva accesoil lume scivolava lungo il palo e il parapettoa terra e scompariva sotto l'androneabbuiato, la cui sonorità fu brevementerisvegliata da un acuto zufolio, che cessòpur subito. Tornò, alto, il silenzio, e ilvecchio ponte

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